Da una base della Corsica, il 21 marzo 1945, l’aereo di Ewerhart, comandante canadese, con altri 5 membri d’equipaggio, decollò verso la provincia di Bolzano con l’obiettivo di colpire ponti e strutture ferroviarie per impedire rifornimenti ai tedeschi. Terminato l’attacco la contraerea nemica centrò il motore del bombardiere.
Il comandante Ewerhart, con più di 60 missioni compiute, dopo aver disinserito il motore, cominciò a perdere gradatamente i contatti con la squadriglia.
L’aereo scendeva visibilmente di quota e i militari iniziarono a prepararsi per il lancio con il paracadute, mentre il capitano e il navigatore tentavano di stabilire la rotta per raggiungere la neutrale Svizzera. Sorvolati il Brenta e l’Adamello, giunsero nei Grigioni, dove il mitragliere di coda e l’operatore si lanciarono, atterrando a Vicosoprano.
In seguito si lanciarono il motorista Scheetz e il navigatore Falk che videro l’aereo abbassarsi verso il Malcantone e l’Italia.
Con ormai due sole persone a bordo, il bombardiere stava sorvolando il paese di Curio (Malcantone) quando il pilota e il copilota decisero di lanciarsi.
Si aprì regolarmente il paracadute del capitano Ewerhart che il vento spingeva verso il letto del fiume Tresa.
L’ufficiale strattonò le corde del paracadute dando la chiara impressione di voler atterrare in territorio svizzero. Sulle sponde del Tresa si erano radunate molte persone in quanto la discesa di un paracadute in quelle zone doveva essere senz’altro un fatto sensazionale.
La gente di Ponte Tresa gridava al giovane pilota di spostarsi verso la Svizzera, ma il capitano stava ormai per posarsi su di un campo di Ponte Tresa italiana, quando una pattuglia sparò contro di lui, nonostante avesse dimostrato di essere disarmato.
Questo fu l’unico, tragico episodio che coinvolse direttamente le popolazioni del Malcantone e della Valmarchirolo. In occasione della festa annuale delle Forze Armate, viene ricordato dalle autorità italiane con la posa di una corona di alloro presso la stele posta in via Don Melli.